Aeroitalia, parla Intrieri:
«Saremo l’alternativa»

Aeroitalia, parla Intrieri:<br> «Saremo l’alternativa»
06 Maggio 15:52 2022 Stampa questo articolo

Una nuova compagnia aerea. Fondata in Italia, ma con investitori stranieri. Un progetto lanciato in autunno e ufficializzato la scorsa settimana con una conferenza stampa a Fiumicino. La livrea ricorda quella della compianta Alitalia, i colori bianco, rosso e verde, anche. Eppure «Aeroitalia sarà un vettore nuovo, diverso dagli altri», assicura Gaetano Intrieri, amministratore delegato della nuova compagnia.

Come è nata l’idea di mettere su questa compagnia?
«L’idea l’ha avuta German Efromovich (ndr: il miliardario sudamericano ex patron di Avianca). A me è subito piaciuta e sono convinto che ci porterà a raggiungere grandi risultati. Il mercato italiano è ricco di opportunità, in crescita e vogliamo esserci».

Eppure negli ultimi anni i vettori made in Italy non hanno avuto grossa fortuna…
«Ed è un vero peccato. Noi però abbiamo avuto la possibilità di attingere a un bacino di ottimi professionisti che si erano trovati senza una compagnia aerea».

Oggi Aeroitalia parte con i servizi charter, ma guarda avanti. Qual è il vostro piano flotta?
«Puntiamo a 25 aerei, di cui una parte dedicata a quelli a lungo raggio. Dopo i due aeromobili presentati, ieri abbiamo comunicato l’accordo con Air Lease Corporation per il nostro terzo Boeing 737-800. L’obiettivo è quello di avere in flotta tutti i nostri 3 aeroplani operativi per l’estate».

Tutti in partenza da Forlì?
«Per ora voliamo dove ci chiameranno per i nostri servizi charter. Forlì è solo una delle basi. Ce ne saranno altre in Norvegia, Inghilterra. Non abbiamo ancora un hub, ma di sicuro sarà in Italia». 

Spera in Fiumicino…
«Ci piacerebbe perché siamo nati qui e perché l’80% dei nostri dipendenti sono romani. Per una questione di praticità, ma anche di prossimità». 

L’obiettivo dichiarato però è quello di attivare il lungo raggio verso il Nord America e il Sud America. Non crede che il mercato copra già abbastanza tali rotte?
«Assolutamente no. Ci sono ancora ampi margini. In particolare in Sudamerica siamo sicuri di poter lavorare bene, possiamo contare su alleanze importanti. Se dovessi immaginare una data sarebbe di sicuro l’estate del 2023».

Lei come consulente del Mit guidato dall’allora ministro Toninelli, avrebbe dovuto gestire proprio il delicato caso Alitalia. Poi arrivarono le critiche. Una rivincita?
«Ma no. Faccio questo mestiere da trenta anni. Su Alitalia avevo fatto delle analisi quattro anni fa e si sono purtroppo verificate in pieno, neppure fossi un indovino. Questa è una scommessa nuova».

Eppure quei colori…
«Ma sono quelli dell’Italia. Eppoi la nostra società di marketing sta già lavorando a una nuova livrea con colori nuovi e un nuovo logo».

Chi potrebbero essere i vostri competitor?
«Più che alla concorrenza guardiamo alle alleanze. Crediamo nella ripartenza dei viaggi, sappiamo anche che il mercato evolverà rapidamente. Non torneremo velocemente ai livelli pre Covid, ma assisteremo a una nuova segmentazione del mercato. Ecco, noi stiamo cercando di posizionarci dove gli altri non ci sono e cercheremo accordi con le altre compagnie. Spazio insomma ce n’è per tutti». 

Avete in programma anche delle attività per il trade?
«Ad oggi abbiamo solo dei contatti. A breve lanceremo il sito che avrà uno spazio dedicato alle adv e stiamo lavorando per essere presenti sulle piattaforme di prenotazione. Non seguiremo comunque le logiche distributive tradizionali, ma piuttosto puntiamo su partnership efficaci».

Di sicuro il vostro arrivo nel panorama italiano è stata una novità. Avete trovato più diffidenza o entusiasmo intorno a questo nuovo progetto?
«Posso dire entusiasmo. Soprattutto sui social. E molti di quelli che ci fanno i complimenti sono ex Alitalia». 

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Serena Martucci
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