Aerei più piccoli e vaccini: la lenta ripresa dell’aviazione

07 Gennaio 10:50 2021 Stampa questo articolo

La sia pur timida ripresa dell’intero comparto del trasporto aereo è letteralmente “appesa al filo” delle vaccinazioni globali e alle loro tempistiche nei vari Paesi del mondo. È quanto evidenzia un report di Deloitte che specifica come la piccola e breve ripartenza che si era avuta nelle scorse settimane, è stata brutalmente annullata dall’aggravarsi dei contagi e dai lockdown annunciati in Germania e nel Regno Unito, che sono poi i Paesi guida nell’aviazione commerciale internazionale.

Da qui la prudentissima previsione che, a fronte di un calo della domanda aerea che nel 2020 è stato certificato intorno al -66%, è auspicabile che nel primo semestre 2021 si possano contenere i danni dell’emergenza e abbozzare un calo complessivo intorno al 40%.

Questo equivarrebbe a una sia pur leggera inversione di tendenza per le compagnie aeree che stanno già approntando strategie operative impostate sull’utilizzo parziale delle loro flotte, privilegiando aeromobili con minori capacità-posti, per contenere gli elevati costi di gestione derivanti dal mantenimento di collegamenti e rotte che risultavano redditizie nel periodo pre Covid.

Analoga prudenza viene adottata dagli aeroporti: sempre secondo un’analisi di Deloitte, con quasi l’80% dei voli a terra all’inizio di aprile 2020, gli aeroporti hanno dovuto apportare dei significativi aggiustamenti operativi, dalla limitazione e eliminazione degli orari delle concessioni al consolidamento dei terminal e alle operazioni di screening per la sicurezza.

IL CASO DEGLI AEROPORTI. La fase di lockdown ha sostanzialmente “congelato” la domanda e l’offerta di servizi di trasporto passeggeri. Il perdurante calo nel numero di passeggeri in transito nelle strutture aeroportuali porta inoltre a significative implicazioni economiche per gli aeroporti, che in situazioni di normalità traggono i propri ricavi sia dalle attività “aviation” (che riguardano le operazioni di volo e i servizi connessi) sia da quelle “non aviation” (quelle relative ai servizi commerciali rivolti ai passeggeri nelle strutture aeroportuali e che consentono agli aeroporti di diversificare le proprie entrate), entrambe fondamentali per la loro operatività e sostenibilità.

Le variazioni nel numero di passeggeri sono però solo una delle dinamiche che stanno toccando più in generale le strutture aeroportuali italiane.

Non a caso anche dalle case costruttrici, Boeing e Airbus Industries, sono stati riconfermati i ridimensionamenti di ordini; e per le consegne del 2021 prevedono di rilasciare rispettivamente circa 560 e 620 aeromobili prevalentemente di medie dimensioni.

Il quadro che emerge – secondo Deloitte – è quello di un futuro carico di sfide per gli aeroporti e per tutti gli operatori e gli attori che ruotano attorno a queste strutture. Tuttavia, alla luce delle progressive riaperture delle attività commerciali e alla ripresa della circolazione delle persone intra e infra nazioni, gli stessi governi e istituzioni si stanno interrogando sulle modalità più efficaci con cui gli aeroporti potranno tornare a funzionare e riusciranno a gestire quella che, sempre più spesso, viene definita come la “nuova normalità”. Per farlo è necessario ripensare la customer experience considerando le esigenze e i nuovi bisogni dei passeggeri che, dopo l’emergenza, sono profondamente cambiati.

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