Aefi: «Le risorse per le fiere rischiano di essere inefficaci»

Aefi: «Le risorse per le fiere rischiano di essere inefficaci»
16 Dicembre 10:21 2020 Stampa questo articolo

Le fiere diventano più importanti nella promozione del Made in Italy, ma le risorse stanziate a fondo perduto dal governo rischiano di essere insufficienti. È quanto dichiara Maurizio Danese, presidente di Aefi, intervenuto alla IX Cabina di regia per l’Italia internazionale.

«Ringraziamo il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e il ministero dello Sviluppo economico per il coinvolgimento del settore fiere, che Aefi rappresenta, nella Cabina di regia per l’Italia internazionale – ha detto Danese – Dopo la firma del patto dell’export dello scorso giugno, è una conferma del ruolo strategico delle fiere per la promozione del Made in Italy nel mondo e un passo verso l’inserimento delle fiere tra i protagonisti della politica industriale del Paese».

Maurizio Danese presidente AefiTuttavia, ricorda il presidente dell’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane, «l’appuntamento si svolge in un momento molto difficile per il nostro settore: siamo alla conclusione di un anno che ha visto le fiere perdere l’80% del loro fatturato.  Apprezziamo gli enormi sforzi fatti dal governo, dai vari ministeri e in particolare dal Maeci e dal Mibact per le importanti risorse stanziate a sostegno di un settore che è stato messo in ginocchio dalla pandemia. Ma, le ingenti risorse, a fondo perduto, rischiano di non ottenere il risultato prefissato soprattutto per quelle realtà con fatturati importanti – proprietarie di quartieri e che organizzano direttamente numerose manifestazioni – se non vengono svincolate dai limiti previsti dalle disposizioni in materia di aiuti di Stato, le cosiddette regole del “de minimis”, come peraltro affermato dalla stessa Commissione europea».

Danese ha aggiunto, come già evidenziato in precedenza, che «solo con l’eliminazione del de minimis si potrà avere il ristoro necessario a compensare i danni subiti per il blocco totale dell’attività e a ripagare le spese sostenute per adeguare i quartieri ai protocolli di sicurezza. Il rischio per il sistema italiano è di perdere un asset fondamentale per la propria economia e di avvantaggiare i competitor stranieri. Le società fieristiche italiane non saranno in grado di salvarsi da sole e saranno facile preda di strutture straniere».

Le fiere italiane rappresentano un volano per l’economia del Paese, in grado di generare affari per oltre 60 miliardi di euro e di originare il 50% dell’export. «Nonostante i danni subiti, il settore ha continuato a investire per adeguare i quartieri ai protocolli di sicurezza e a lavorare per la ripartenza, anche per rispettare l’impegno nei confronti delle 200mila imprese che scelgono le nostre fiere quale strumento strategico per crescere e internazionalizzare», ha concluso il presidente.

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