A rischio le regole europee sui diritti dei passeggeri aerei

03 Febbraio 14:34 2020 Stampa questo articolo

L’Apra (Associazione internazionale dei diritti dei passeggeri) ha rivelato che la revisione della normativa Eu 261 che regolamenta i diritti dell’utenza aerea, rischia di venir influenzata negativamente dal recente rapporto Steer, pesantemente sbilanciato a favore delle compagnie aeree. Lo rende noto AirHelp, la principale società internazionale specializzata in risarcimenti per disservizi e disagi aerei.

Lo studio mette in luce infatti l’opzione di implementare una correlazione tra costo del biglietto del passeggero e importo del risarcimento che può ricevere (che andrebbe a vantaggio dei possessori di biglietti di Prima e Business class e a scapito della maggior parte dei passeggeri, che viaggia in Economy); e anche la possibilità di aumentare la soglia del ritardo del volo da tre a cinque ore prima di qualsiasi compensazione.

Il rapporto di Steer, “Studio sull’attuale livello di protezione dei diritti dei passeggeri aerei nell’Ue”,  è stato stilato infatti – secondo la nota Apra – in base al parere dei convenuti, compagnie aeree o loro rappresentanti, che hanno come principale interesse quello di screditare l’attuale normativa e sottrarsi alle responsabilità nei confronti dei passeggeri.

“Singolare il fatto che Steer – si legge nella nota – sia stata chiamata a redigere il rapporto dalla Commissione europea a seguito del rapporto emesso dalla Corte dei Conti europea che, al contrario, sosteneva la necessità di rafforzare i diritti dei passeggeri aerei”.

«È davvero deludente vedere che i passeggeri, i più colpiti da eventuali modifiche alla normativa 261, siano anche quelli meno rappresentati nel report Ue – commenta Adeline Nooderhave, presidente di Apra – E vale la pena ricordare che, ogni anno, 900 milioni di passeggeri viaggiano in aereo all’interno dell’Unione europea e, in caso di ritardi e/o cancellazioni, sono tutelati dal regolamento Eu 261, un quadro giuridico severo ed efficace che considera le compagnie aeree direttamente responsabili nel caso in cui l’interruzione del volo sia sotto il loro controllo».

Secondo Apra, i dati dei voli negli ultimi due anni confermano l’efficacia della normativa: il 2018 infatti è stato un anno record nei cieli, con molti passeggeri idonei al risarcimento che hanno costretto le compagnie aeree a dare priorità alla puntualità e a una giusta assistenza ai propri clienti. E il 2019 ha visto una diminuzione del 25,3% delle cancellazioni dei voli e il numero di passeggeri che potevano ottenere il rimborso è conseguentemente diminuito del 22,6% rispetto all’anno precedente.

“Un’eventuale riduzione dell’importo del risarcimento a disposizione dei viaggiatori – si sottolinea nella nota Apra – ridurrebbe al minimo gli incentivi per le compagnie aeree a migliorare la qualità del servizio e aumenterebbe sostanzialmente la possibilità di incontrare disagi. Non sorprende infatti che il rapporto di Steer non includa i dati del 2019″.

«Le compagnie aeree affermano di non potersi permettere il costo previsto dalla normativa Eu 261 – stigmatizza Noorderhaven – Tuttavia nessuna delle compagnie presenti ha rivelato gli effettivi costi sostenuti fino ad ora per risarcire i propri passeggeri, costi che potevano essere facilmente evitati con una migliore gestione del servizio. È quindi evidente che il costo del regolamento non sia così elevato come le compagnie aeree vogliono far credere».

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