Viaggi d’affari in tenuta con i virtual payment

26 Aprile 11:50 2017 Stampa questo articolo

I viaggi d’affari nel 2017? Secondo i dati dell’AirPlus Travel Management Study, ricerca annuale sullo stato dei viaggi d’affari condotta da AirPlus International, che quest’anno ha coinvolto circa 1.000 travel manager e oltre 2.200 viaggiatori d’affari in 24 Paesi, nel mondo, Italia compresa, a prevalere è un (moderato) ottimismo. Allontanate le nubi della recessione, un po’ ovunque infatti i travel manager guardano ai prossimi mesi con un occhio di favore, tanto che sono addirittura il 54% i responsabili internazionali del business travel (il 60% in Italia) che si aspettano lo stesso numero di viaggi di lavoro dell’anno precedente; mentre un terzo (il 37% in Italia), spera addirittura in una crescita dei volumi. E non è tutto, perchè la survey mette in luce come i viaggiatori concordino sostanzialmente con i travel manager: negli Usa, ad esempio, ben più della metà dei business traveller prevede di viaggiare nel 2017 tanto quanto nel 2016.

Ma come avvengono nella realtà i pagamenti quando si tratta di spese legate alle trasferte di lavoro? «Il futuro è nella fine delle carte di credito di plastica», è la sfida lanciata da Patrick Diemer, managing director di AirPlus. Che proprio su un futuro senza carte di pagamento (ma con la diffusione dell’invisible payment e la possibilità di integrare tutte le spese in un solo processo) ha indirizzato la mission dell’azienda tedesca. «Fino ad ora siamo riusciti a integrare in un’unica soluzione di pagamento quasi tutte le fasi del viaggio di lavoro: dalle prenotazioni di biglietti aerei e ferroviari, al car rental, ai pernottamenti, Airbnb compreso, e ai taxi in alcuni Paesi. Adesso stiamo cercando di fare la stessa cosa con il corporate parking, i ristoranti (con Airplus dine+go), e l’intera gestione delle spese di viaggio, con Airplus Connect», ha detto.

Peccato però, che in giro per il mondo l’adozione dell’invisible payment sia ancora troppo spesso accompagnato da diffidenza e paura. Per quanto riguarda i pagamenti effettuati prima della trasferta – dice ancora l’AirPlus Travel Management Study – lo strumento più utilizzato resta nonostante tutto il bonifico, scelto in Europa dal 51% dei travel manager e in Italia dal 42% (41% a livello globale).

Ma a far ben sperare arrivano anche i dati sulla rapida crescita delle carte lodge (carte aziendali ad addebito centralizzato) e delle carte di credito virtuali. Dalla ricerca emerge come in Italia la loro adozione abbia registrato un importante incremento rispetto alla media europea e addirittura mondiale: le carte lodge sono utilizzate dal 40% dei travel manager italiani intervistati contro il 28% di quelli europei e il 23% a livello globale. Le carte di credito virtuali vengono invece scelte dal 28% dei nostri travel manager, mentre sono il 14% degli intervistati europei e l’11% di quelli mondiali a farne uso.

Durante il viaggio, poi, nel pagamento delle spese gli strumenti più in uso sono le carte di credito aziendali, scelte nel 71% dei casi a livello europeo (e nell’83% dei casi in Italia). Seguono i contanti, di cui fa uso il 42% dei travel manager in Europa e il 47% in Italia (45% a livello mondiale), e le carte personali dei viaggiatori, indicate come opzione percorribile dal 50% dei travel manager europei (38% in Italia e 45% a livello mondo).

Cresce anche la percentuale di travel manager disposti a utilizzare sistemi di pagamento forniti da provider di nuova generazione come Apple, Google e PayPal: sono ora il 19% al mondo (e il 18% in Italia). «Il settore dei pagamenti per i viaggi d’affari è in chiara evoluzione – ha detto Diane Laschet, ad di AirPlus International Italia – i dati che abbiamo raccolto dimostrano che i travel manager e i viaggiatori guardano con favore crescente ai nuovi strumenti che la tecnologia mette a loro disposizione».

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

Guarda altri articoli