Turisti stranieri in Italia: vacanze brevi e spesa ridotta

02 Aprile 08:48 2017 Stampa questo articolo

L’Italia piace sempre più agli stranieri. Ma diminuiscono la permanenza media e la spesa pro-capite. Da Cernobbio arrivano una buona e una cattiva notizia per il turismo italiano. Lo Stivale – mette in luce l’analisi “Il turismo internazionale in Italia” realizzata da Confturismo-Confcommercio e presentata in occasione del tradizionale tradizionale Forum – richiama più turisti esteri (nel 2016 gli arrivi da oltreconfine sono stati poco meno di 56 milioni con un +1% sull’anno precedente quando l’incremento era stato del 7%), attratti da borghi storici, cultura e paesaggio.

«Tra il 2009 e il 2015 si è registrato in questo segmento una crescita di oltre il 40% di arrivi stranieri», ha detto Luca Patanè, presidente di Conturismo. Il problema però, è il calo della permanenza media da 15 anni a questa parte, con una flessione più marcata dei mercati incoming più importanti. Qualche esempio: il turismo dalla Germania scende da 5,5 a 4,9 giorni, quello inglese da 4,3 a 3,8, quello francese da 3,4 a 3,1, per non parlare dei cinesi, che si fermano nel Belpaese solo 1,8 giorni.

«Nonostante l’aumento degli arrivi dall’estero, la spesa dei turisti internazionali si è ridotta di oltre un terzo dal 2001 al 2016, passando da più di 1.000 euro a circa 600 euro», ha sottolineato Patanè. Anche se, per la prima volta, nel 2016 c’è stata una piccola inversione di tendenza con un lieve aumento della permanenza media rispetto al 2015.

Tra i primi dieci mercati incoming, rileva la ricerca, ci sono Germania, Stati Uniti e Francia, ma è la Cina a fare il balzo in avanti più grande (+1,5 milioni nell’ultimo biennio), arrivando al quarto posto del ranking sopravanzando il Regno Unito. Ma l’altra novità della top ten è l’uscita della Russia e il rientro del Giappone.

Sul fronte delle destinazioni scelte, tra le grandi città d’arte perde terreno Roma, che negli ultimi sei anni ha fatto segnare il più basso incremento assoluto, dietro a centri come Napoli (+1,2 milioni) e Torino (+1,1 milioni), per non parlare di Firenze (+2,5 milioni) e Venezia (+1,8 milioni). Grande crescita, invece, per l’Italia dei borghi, con le località collinari a +42,4% e la città minori di interesse storico e artistico a +40,7%.

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Giorgio Maggi
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