Turismo etnico, un portale e un piano d’azione con operatori e agenzie

08 Giugno 07:00 2018 Stampa questo articolo

Un target di 75 milioni di persone ed un potenziale di spesa molto alto: è il segmento del cosiddetto “turismo di ritorno” dei turisti stranieri di origine italiana sparsi per il mondo per il quale occorre attivare al più presto un piano d’azione condiviso da ministero, Enit ed operatori con adv. Già perchè si tratta di un patrimonio incoming da preservare ma soprattutto da consolidare: se n’è parlato alla Farnesina, sede del Ministero degli Esteri, su iniziativa di Pierluigi Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero del Maeci che ha promosso un tavolo tecnico di lavoro con diversi operatori turistici tra cui Wonderful Italy, Roma Gastronomica e Sexantio che negli ultimi anni si sono prodigati per sviluppare un’offerta ad hoc.

Se si considera, come ha segnalato  Giovanni Lolli, vice presidente della regione Abruzzo, intervenuto al forum, che spesso le comunità di italiani all’estero sono più numerose degli abitanti dei loro comuni di origine e che esiste una forte identità, è importante che dall’Italia parta una operazione di intercettazione di nuovi flussi di traffico turistico, puntando soprattutto sulle attrazioni locali, fatte di tipicità, di storia, di racconti e testimonianze del territorio.

Anche Gianni Bastianelli, direttore esecutivo dell’Enit, si è detto concorde nell’avviare una iniziativa mirata perchè oggi più di ieri l’Italia occupa i primi posti tra le destinazioni preferite dai turisti provenienti dall’Europa e dalle Americhe. E le cifre illustrate da Bastianelli parlano fin troppo chiaro: la nostra bilancia turistica ha un saldo positivo con un +6%, grazie agli introiti provenienti dalla spesa dei turisti stranieri e i cosiddetti viaggiatori etnici, soprattutto quelli d’oltreoceano sono quasi sempre big spender.

Basti poi pensare che il 24% delle presenze estere in Europa è ad appannaggio dell’Italia e che negli ultimi cinque anni la spesa degli stranieri in Italia ha fatto registrare un +83% dal Brasile, un +96% dal Canada e addirittura un +142% dall’Argentina.

Con le sue 25 sedi all’estero, Enit può fare molto, coordinando azioni degli stessi operatori che operano su questo segmento. Ma come fare? Innanzitutto si potrebbe attivare un portale mirato, eppoi predisporre pacchetti di soggiorno che esaltino le eccellenze dei territori minori, valorizzando soprattutto i borghi, sulla scia del grande successo ottenuto con l’Anno dei Borghi fortemente voluto dal Mibact. Nei prossimi giorni verranno rese note le conclusioni del tavolo tecnico promosso dal Mae.

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Andrea Lovelock
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