Transilvania da scoprire: non chiamatelo Dracula

13 Luglio 12:29 2016 Stampa questo articolo

Se arrivate in Transilvania, in Romania, non chiedete di Dracula. Eh sì, perché una volta oltrepassati i Carpazi, colui che la fervida fantasia di Bram Stoker aveva dipinto come un vampiro assetato di sangue, è considerato un vero eroe nazionale perché, nel lontano cinquecento, riuscì a proteggere, a modo suo, gli abitanti dagli odiati ottomani. Impalando i rivali.

Archiviati dunque i canini a vista e le collane di aglio, restano invece i bellissimi castelli, i paesini medievali, i passaggi segreti e le storie e leggende della Transilvania che rendono questa zona interna della Romania una delle più apprezzate dai turisti, tanto da essere inserita a pieno titolo nella guida “Best in travel 2016” della Lonely Planet.
Il tour alla scoperta di Vlad Tepes porta dritto al castello di Bran, maniero spettrale dove pare che il principe sia stato rinchiuso solo alcuni giorni. Tanto è bastato a Stoker per trasformare quelle mura nella terribile dimora vampiresca. Oggi la struttura, visitata da almeno 600mila turisti all’anno, di cui la metà stranieri, narra la storia dei sovrani del Regno di Romania che la scelsero come residenza ufficiale, anche se una stanza ospita ancora un ritratto e la leggenda del principe dagli occhi di fuoco. Pochi chilometri e si arriva a Brasov, pittoresca cittadella medievale che può vantare due primati: la più grande chiesa gotica del Paese, la Chiesa Nera e la via più stretta d’Europa, la Strada Rope. Proprio sulle colline di Brasov, Vlad torturò i suoi nemici lasciando i pali in legno per giorni come monito per futuri attacchi. Seguendo la strada costellata di cimiteri ben curati, tetti a punta e negozi di servizi cimiteriali si arriva a Sighisoara, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Le sue stradine di ciottoli portano alla Torre dell’orologio con tetto in ceramica e vista sui boschi e alla casa natale di Vlad, oggi trasformata in locanda.

La Transilvania, oltre a fortezze e castelli, regala anche esperienze davvero uniche e senza tempo. A Viscri, paesino oggi protetto dall’Unesco e una volta in via di estinzione, i 400 abitanti si sono rimboccati le maniche e piuttosto che lasciare i campi hanno deciso di aprire le loro case e trasformare 15 camere in guesthouse per turisti.
«Amiamo il nostro piccolo villaggio e le nostre tradizioni e valorizzarle ci è sembrata la scelta più sensata», spiega Caroline Fernolend, che ha messo su un’associazione per aiutare il villaggio a proporsi come meta internazionale del turismo rurale. Gli edifici colorati, le oche che passeggiano sulla ghiaia bianca e l’ospitalità dei residenti hanno fatto il resto, tanto che lo stesso principe Carlo d’Inghilterra ha deciso di acquistare una dimora da queste parti. È tutta blu, il colore che protegge dagli spiriti cattivi.

Transfagarasan, sui Carpazi la strada chiamata “follia”
Transfagarasan, la strada sulle nuvole dei Carpazi, è il sogno di chi ama le due ruote. Una strada tutta curve che taglia le montagne più alte della Romania tra paesaggi aridi e vallate. Costruita dall’ex dittatore, tanto da essere chiamata la Follia di Ceauşescu, corre per 152 km tra riserve naturali fino al lago glaciale Balea. I tornanti però sono aperti solo quattro mesi all’anno, in estate.

Unwto a Bucarest: la promozione passa dalla qualità
La qualità al centro della promozione delle destinazioni turistiche. È il tema dell’ultima conferenza dell’Unwto, l’Organizzazione mondiale del turismo, sul “quality management” organizzato a Bucarest, in Romania. Esperti e rappresentanti istituzionali si sono confrontati su come un approccio integrato alla qualità può contribuire a valorizzare l’immagine di una destinazione. All’appuntamento erano presenti anche Costin Grigore Borc, vice premier della Romania, e Anca Pavel-Nedea, presidente dell’Autorità Nazionale del Turismo rumena, che hanno illustrato le nuove strategie per il paese.

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Serena Martucci
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