O’Leary profeta di sventura:
«Altri vettori falliranno»

07 Marzo 11:38 2018 Stampa questo articolo

«Attenzione, un’inversione di tendenza è imminente, son tre o quattro anni che il settore è in crescita. In Europa alcune compagnie sono destinate a fallire». Fuori degli schemi come sempre, anche sul palco dell’assemblea generale di Airlines for Europe tenutasi a Bruxelles, il boss di Ryanair Michael O’Leary non si è smentito e ha detto fuori dai denti quello che molti pensano quando si parla di consolidamento del settore.

E così, se il primo banco di prova sarà la Brexit – «ad aprile 2019 ne vedremo delle belle, ci sarà una vera e propria crisi», queste le parole del manager irlandese – altri ce ne saranno nei prossimi anni. Ma per il momento, il pensiero dei ceo di Lufthansa, Air France-Klm, easyJet e Iag convenuti sul palco di Bruxelles va alla prossima estate, quando nessuno si augura la replica di quanto accaduto l’anno scorso, con l’aumento fino al 300% dei ritardi in alcuni scali dovuto ad infrastrutture inadeguate ai confini dell’Unione Europea e alle nuove procedure di controllo introdotte nel marzo 2017.

LE BATTAGLIE DI A4E. In tutto, secondo i dati di A4E, nel 2017 sono stati cancellati 25.500 voli, un numero in crescita rispetto ai 23,870 del 2016. Il fatto è che l’Unione Europea, lo dicono tra le righe tutti quanti, arriva sempre in ritardo a recepire i cambiamenti che sarebbero necessari per permettere ai vettori europei di combattere ad armi pari con i loro concorrenti del resto del mondo.

«Ci vogliono più collegamenti, aeroporti meno cari e controlli alla frontiere più snelli», ha ribadito il ceo di Lufthansa, Carsten Sphor, sottolineando come il 2017 sia stato un ottimo anno per i vettori Ue, con un incremento di traffico stimabile in un +8,1%.

Altra questione calda, i costi degli aeroporti, raddoppiati negli dieci anni meno per quanto riguarda i grand hub, mentre le tariffe medie di un voli sono scese nello stesso periodo da 199 euro a 96 euro. Risultato: «Abbiamo dimostrato che se i costi degli scali diminuiscono, anche i costi dei biglietti lo fanno», è stato il coro di tutti.

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Giorgio Maggi
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