Nella mente del viaggiatore:
l’ultima frontiera di Alpitour

26 Giugno 07:00 2018 Stampa questo articolo

Non è un film, bensì la vita reale. Dietro non c’è Netflix, ma Alpitour. Non siamo in un laboratorio, piuttosto in uno dei luoghi più incontaminati del pianeta: l’isola di Madagascar. Si svolge qui, per l’esattezza a Nosy Be, il progetto-pilota #ilpiaceredellavacanza. Un esperimento condotto con la startup Thimus che introduce, per la prima volta in Italia, l’impiego delle neuroscienze nel travel.

Un test a cui siamo stati sottoposti in anteprima, bardati come vacanzieri-cyborg. Dal volo Neos sul nuovissimo Dreamliner al soggiorno al Voi Amarina Resort e all’Andilana Beach Resort, sono stati analizzati gli “stati” della nostra mente: dal rilassamento profondo (Mindfulness) alla distensione (Relaxation), fino allo stato di veglia e attenzione (Active engagement).

Il nostro piacere – evidente soprattutto di fronte al cibo di qualità e all’attività immersi nella natura – è stato quantificato e analizzato attraverso tre dispositivi: elettro-encefalogramma, eye tracker e galvanic skin response.

È l’ultima frontiera esplorata da Alpitour, in questa fase di gran fermento che vede il Gruppo torinese (foraggiato dalla Tip di Tamburi) ambire anche al marchio Valtur.

Per il momento si tratta di un test, ma non è escluso che le neuroscienze diventino un vero e proprio “standard aziendale” per conoscere desideri e gusti dei clienti. Ben oltre le recensioni lasciate su TripAdvisor.
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L'Autore

Maria Grazia Casella
Maria Grazia Casella

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