Moldavia, l’ultima frontiera dei winelover in Europa

04 Luglio 11:03 2017 Stampa questo articolo

Stretta tra la Romania a ovest e l’Ucraina, che la circonda a nord, est e sud, la Moldavia, ufficialmente Repubblica di Moldova, si sta affacciando sul mercato internazionale come nuova destinazione turistica. E l’Italia è uno dei mercati chiave per questo piccolo Paese dell’Europa sud orientale (appena 33.843 kmq di superficie) che, non avendo subìto l’industrializzazione forzata che ha caratterizzato altre repubbliche ex sovietiche, può contare su un ambiente naturale incontaminato e su un’economia basata principalmente su viticoltura e agricoltura.

Per attrarre i turisti, la Moldavia punta quindi soprattutto sul turismo sostenibile, quello culturale e sull’enoturismo. Come abbiamo potuto verificare nel corso del primo viaggio per giornalisti italiani organizzato da Antrim, l’Organizzazione moldava per il turismo incoming, con il sostegno di Usaid (United States Agency for International Development) e del governo svedese. Con un volo diretto di Air Moldova in un paio d’ore si atterra a Chisinau, la capitale, le cui origini risalgono al 1420. Quasi completamente distrutta nel 1940 da un terremoto, e dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, dal 1950 in poi è stata ricostruita in gran parte con alti edifici in stile sovietico, non particolarmente attraenti, ma nel complesso è una città piacevole e vivace, con grandi parchi e viali alberati che invitano a passeggiare, ammirando alcuni dei monumenti più rappresentativi come la Cattedrale ortodossa e l’Arco di Trionfo, che celebra la vittoria della Russia sull’Impero Ottomano. Da Chisinau si parte alla scoperta del Paese, a cominciare dai vigneti e dalle cantine, che sono uno dei punti di forza, dell’offerta turistica moldava. Fondata nel 1827 nello stile di un castello francese, la cantina Purcari è la più antica e una delle più prestigiose a livello internazionale (i suoi vini vengono esportati in oltre 25 Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Cina, Gran Bretagna, Norvegia).

Qui la degustazione prevede uno stuolo di nove bicchieri, tre per i bianchi e tre per i rossi, più due vini da dessert e una chicca come l’Icewine (realizzato da grappoli ghiacciati) mentre due ristoranti propongono piatti gourmet, con il meglio della cucina locale ed europea; e a disposizione di chi voglia assaporare il tutto con calma, ci sono anche otto lussuose suite. Famosa nel mondo per gli spumanti, per la festa di 50 anni del presidente russo Putin, e perché secondo una leggenda l’astronauta Yury Gagarin si perse nei suoi meandri, per riemergerne alquanto alticcio solo due giorni dopo, la cantina Cricova vanta 120 km di tunnel sotterranei che risalgono al XV secolo, di cui circa una sessantina sono completamente tappezzati di bottiglie, alcune facenti parte di collezioni famose, come quelle appartenute al nazista Hermann Goring. Indicati da nomi appropriati come Sauvignon e Cabernet, gli oltre 70 tunnel si percorrono a bordo di velocissimi trenini rossi, e i visitatori vengono dotati di gilet imbottiti visto che nelle gallerie, situate a 80 metri di profondità, la temperatura è di 12 gradi.

Risale solo al 2009, ed è decisamente più piccola, la cantina Et Cetera, di proprietà di un gruppo di giovani entusiasti che vogliono produrre vino dal tipico carattere moldavo utilizzando una combinazione di tecniche moderne e metodi antichi, e controllando personalmente ogni fase del processo, dalle viti coltivate in modo ecologico, alla fermentazione all’invecchiamento. Anche qui ci sono delle camere a disposizione di chi voglia godersi la bellezza del paesaggio, e magari partecipare a qualcuna delle attività proposte, tra cui corsi di cucina locale; e presto ci sarà anche una piscina.

Altra visita da non perdere è quella al complesso archeologico e monastico di Orheiul Vechi (Antica Orhei, che vuol dire “fortificazione”), un luogo di grande fascino e bellezza, oltre che importante dal punto di vista storico, in quanto abitato sin dai tempi più antichi, a partire dalle tribù dei Daci, per poi ospitare i primi cristiani, subire le invasioni dei Mongoli e dei Tartari, e attraversare il Medioevo e il periodo di Stefan cel Mare (Stefano il Grande) fino all’età moderna. Il complesso consiste in una serie di promontori che dominano i meandri del fiume Raut, e include rovine, fortificazioni, grotte e monasteri, come quello del XIII secolo scavato dai monaci all’interno del promontorio centrale, chiamato Pestera (che in rumeno vuol dire “grotta”). Alla cui base si trova il pittoresco villaggio di Butuceni, dove da un paio d’anni si svolge il descOpera Festival, primo festival di musica classica all’aria aperta organizzato in Moldavia grazie all’iniziativa del direttore d’orchestra austriaco Friedrich Pfeiffer. Nel villaggio si trovano già alcune guesthouse ed eco-resort, ma l’obiettivo è di trasformarlo in una sorta di albergo diffuso.

Per approfondire la conoscenza delle tradizioni e della cultura rurale il tour comprende anche le visite ad alcune abitazioni tradizionali, come Casa Parinteasca (la “casa dei genitori”), che promuove anche l’artigianato, e fa parte del circuito di “strade della cucina moldava”, e Casa Olarului, famosa per la lavorazione della ceramica di alta qualità.

LE AMBIZIONI DEL PREMIER FILIP. Nei giorni precedenti il press tour in Moldavia, si è tenuta a Chisinau la 61ª conferenza della Commissione per l’Europa (Ceu) dell’Organizzazione Mondiale per il Turismo (Unwto), con la partecipazione di oltre 50 rappresentanti provenienti da 27 Stati membri dell’Unione Europea. La scelta non è stata casuale: il Paese ha infatti avviato un piano di comunicazione internazionale per promuoversi come destinazione turistica. Ringraziando il segretario generale Unwto, Taleb Rifai, per aver scelto la Moldavia, il primo ministro Pavel Filip ha dichiarato che il governo intende trasformare il turismo nel volano della crescita economica del Paese, e per questo scopo sta lavorando alla definizione di leggi e iniziative che facilitino lo sviluppo del settore, puntando soprattutto su turismo sostenibile, turismo culturale ed enoturismo, potendo vantare un ambiente naturale incontaminato nel quale si conserva lo stile di vita tradizionale basato sulle produzioni agricole. L’offerta diversificata di alloggi, servizi turistici di standard internazionale, il costo della vita decisamente inferiore a molte destinazioni europee e la sicurezza, il Paese è certamente tra i più sicuri del mondo, rendendo la destinazione appetibile per molti turisti. Per quanto riguarda in particolare l’Italia, la Moldavia può contare su collegamenti aerei diretti da nove aeroporti italiani, che in due ore di volo consentono di raggiungere la capitale Chisinau.

TRANSNISTRIA, IL PAESE CHE NON C’È. Un viaggio in Moldavia non può non includere un’escursione in Transnistria, una stretta striscia di territorio al confine con l’Ucraina, che nel 1991, con la dichiarazione dell’indipendenza della Moldavia, ha deciso di restare a far parte della galassia sovietica. E ora per entrare in questa piccola enclave – che ufficialmente non esiste, in quanto non è stata riconosciuta da nessun Paese del mondo, ma che è fiera di celebrare la sua eredità, con una bandiera il cui emblema sono la falce e il martello, e con statue di Lenin lungo le strade – è necessario passare la dogana con il passaporto, per ricevere un visto valido per una permanenza di 10 ore al massimo. La “capitale” Tiraspol (dal greco, “città sul Nistru”) è situata sulla riva orientale del del fiume Dniester, ed è per grandezza la seconda città della Moldavia. Qui si visitano la distilleria Kvint, che opera da quasi 120 anni, e produce annualmente circa 20 milioni di bottiglie di liquori, famosa in particolare per gli oltre 30 tipi di “divin” (ovvero il cognac), invecchiati da tre a 50 anni, oltre che per la vodka, il gin e il calvados; e l’Aquatir, un complesso per l’allevamento di storioni che produce annualmente 500 tonnellate di pesce, tra fresco, surgelato, salato, affumicato, e cinque tonnellate di caviale.

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Cristina Melis
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