Lufthansa, parla Carsten Spohr:
«La vecchia Alitalia non ci interessa»

18 Ottobre 12:57 2017 Stampa questo articolo

«Siamo interessati a investire in una nuova Alitalia, la vecchia non ci interessa». Anche da Bruxelles, dove è arrivato in veste di chair di Airlines for Europe (A4E) per partecipare al forum sull’efficienza del trasporto aereo all’interno dell’Unione europea, il ceo di Lufthansa Carsten Spohr non si è sbottonato, ribandendo quanto già detto in via ufficiale. «È ovvio che il mercato italiano ci interessi, è il secondo al mondo per noi dopo gli Stati Uniti, e lo conosciamo bene per averci operato anche in anni lontani con una nostra compagnia».

Adesso, però, bocche cucite fino alla prossima nota ufficiale, ma la sensazione è che il vettore tricolore, nel caso finisse nella mani del Gruppo tedesco, diventerebbe un ulteriore tassello del mosaico multi brand di Lufthansa in giro per il vecchio continente. «L’acquisizione di Brussels Airlines rientra nella nostra strategia di espansione in giro per l’Europa – ha ribadito ad esempio Spohr parlando della compagnia belga – esattamente come abbiamo fatto in passato con Swiss e Austrian Airlines».

Ma il problema principale resta l’eccessiva frammentazione del mercato dell’aviazione all’interno dell’Unione Europea. «Il consolidamento del mercato, di cui si parla da tanto tempo, è atteso da più parti, ma ancora non si è attuato come potrebbe», ha confermato il ceo di easyJet Carolyn McCall.

Tutti d’accordo, poi, sulla necessità di diminuire le tasse aeroportuali, topic in cima all’attività di lobbying di A4E. «Abbiamo bisogno di politici coraggiosi, la riduzione dei carichi imposti dagli aeroporti porterebbe ad avere più benefici per tutti: tariffe meno care, e più gente che vola, oltre che più posti di lavoro», ha detto Willie Walsh, ceo di Iag.

Ma la sensazione è che il percorso non sarà né lungo, né facile. Lo dimostra l’Olanda, dove il governo che entrerà in carica la prossima settimana, ha già in programma di aumentare le tasse sui voli, e l’opinione sulla questione degli aeroporti è affidata a una replica di Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe: «Definire gli aeroporti connectivity disruptors come ha fatto A4E non vuol dire solo insultarci, ma è una grossa bugia. Favorire la connettività è nella nostra mission, per questo gli scali europei finanziano da sempre le compagnie attraverso incentivi, percentuali sulle tasse aeroportuali o attività di marketing».

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Giorgio Maggi
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