Halldis: «La cedolare secca farà bene agli host»

16 Giugno 11:52 2017 Stampa questo articolo

Con l’approvazione definitiva al Senato, la normativa sugli affitti brevi è legge. Gli operatori e i portali devono essere sostituti d’imposta e viene confermata la cedolare secca al 21%.

Secondo uno studio condotto da Halldis, Il mercato degli affitti brevi in Italia riguarda 500mila immobili. Il governo prevede di incassare col Fisco 81,3 milioni di euro aggiuntivi quest’anno, ma secondo la ricerca il gettito complessivo potrebbe essere di 2 miliardi. Ma quali possono essere i vantaggi per il proprietario che sceglie la gestione professionale per il proprio immobile? Secondo Halldis, mediamente in Italia il ricavo lordo potenziale per ogni proprietà messa a disposizione può ammontare a 16mila euro annui. Al netto delle imposte e dei costi di gestione, l’introito medio è di circa 8mila euro che coprono ampiamente i costi sostenuti per il mantenimento dell’abitazione. Nei centri delle grandi città (Milano, Torino, Venezia, Bologna, Firenze, Roma) questi valori possono raddoppiare o triplicare.

«Grazie alla nuova normativa, i proprietari – afferma Vincenzo Cella, amministratore delegato di Halldis – avranno vantaggi importanti. Non dovranno più fare nulla, eviteranno le incombenze fiscali (e molti godranno di un carico minore dell’attuale perché la cedolare secca è a prescindere dall’imponibile complessivo), eviteranno morosità e avranno la casa sempre manutenuta. Potranno mettere finalmente a reddito il loro immobile ma in modo flessibile, potranno cioè utilizzare le proprie unità per periodi determinati».

«La questione fiscale – sostiene Alberto Melgrati, presidente di Halldis – è decisiva, il provvedimento permetterà al settore di svilupparsi in trasparenza e con regole certe e sarà un importante volano per il turismo e quindi per l’economia del Paese. Allo stesso tempo il sistema guadagnerà in efficienza, ci sarà meno burocrazia e una gestione più chiara».

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