Corsa all’ultimo slot per il gigante asiatico

07 Febbraio 07:00 2018 Stampa questo articolo

Fuori uno, avanti un altro. In poco più di due anni, quello che sembrava un ritorno di Alitalia sulle rotte cinesi è finito. Prima è stata la volta del collegamento “balneare” Milano-Shanghai, aperto in occasione di Expo 2015 e chiuso (ma era nelle previsioni) al termine dell’Esposizione Universale; adesso invece la questione è più importante, perché ad essere sospeso è il volo non stop tra Roma e Pechino, lanciato in pompa magna nel luglio di due anni fa sotto la gestione Ball-Hogan, e simbolo di una Alitalia che con Etihad tornava a puntare sul lungo raggio. Colpa degli slot sfavorevoli e di conseguenza economicamente insostenibili, dicono dalla compagnia, e ovviamente della concorrenza di Air China, che ha diritti di traffico migliori concessi dal governo di Pechino a tutti vettori cinesi.

Ma mentre Alitalia si ritira in attesa di tempi migliori, le rotte tra Italia (ed Europa) e il Paese del Dragone continuano a essere al centro delle mire dei vettori europei, italiani compresi. Obiettivo: il business travel ovviamente, ma anche intercettare quello che negli ultimi tre anni è stato il mercato outbound più grande del mondo: 129 milioni di turisti nel 2017 e 8 miliardi di spesa nel 2016 solo in Europa, 122 milioni di cinesi in viaggio per il mondo. Così, uno dei possibili compratori del nostro ex-vettore di bandiera come il Gruppo Lufthansa, non solo ha aperto un nuovo ufficio di rappresentanza proprio a Pechino, ma dalla summer 2017 ha messo sul piatto una joint venture con Air China: tra sinergie, tratte in codesharing, tariffe e offerte congiunte, la partnership potrebbe arrivare a includere circa l’80% dei voli da e per la Germania e oltre il 35% di quelli tra Europa e Cina. Ma se l’accordo siglato dai tedeschi potrà arrivare a ipotecare oltre un terzo del market share, le ultime novità in tema di collegamenti con il Paese asiatico vengono dallo Stivale. Un mercato che, solo nel 2016, ha registrato una crescita in termini di posti volo del 21% (il Regno Unito ha registrato un +12%, contro solo il +3% della Francia e la lieve flessione della Germania).

Tutto questo prima della decisione dei tre più importanti player del traffico charter tricolore ad aprire nuove rotte dirette dalla penisola: a cominciare da Blue Panorama, che dalla prossima estate lancerà i suoi collegamenti da Bologna (vedi box), per proseguire con Neos che, in collaborazione con il tour operator cinese Utour, lo scorso anno ha operato voli diretti stagionali verso quattro città – Tientsin, Shenyang, Jinan e Nanchino – da Milano Malpensa; e Meridiana, che da ottobre effettua due collegamenti di linea settimanali da Malpensa a Shenzhen.

A fare la parte del leone sulle tratte Italia-Cina, però, rimangono le compagnie cinesi. Lo dimostrano i dati forniti dall’Enac, secondo cui i passeggeri che hanno viaggiato tra i due Paesi sono stati 510mila del 2012 per balzare a 706mila del 2016 (ultimo dato disponibile), di cui 185mila sulla sola direttrice Roma-Pechino. Nel complesso più della metà (376 mila) è salita sui velivoli di Air China, 143mila su China Eastern, 86mila a bordo degli aerei di Hainan Airlines. Senza contare quelli che hanno utilizzato i collegamenti non stop operati da China Southern Airlines in partenza da Roma Fiumicino per Wuhan e Canton, volo che da luglio diventerà diretto.

I CHARTER DA BOLOGNA DI BLUE PANORAMA. L’appuntamento è per il prossimo giugno. La nuova Blue Panorama di proprietà di Uvet scommette sulla Cina e collega Bologna con 5 città: Hangzhou, Nanchang, Shenyang, Taiyuan e Xi’an, per un totale di 60 voli, in collaborazione con il tour operator cinese Phoenix Travel Worldwide. Il primo volo diretto da Nanchang atterrerà sotto le Due Torri il 15 giugno 2018. In questo modo, Bologna diventa dopo Milano e Roma il terzo aeroporto in Italia a operare voli diretti con il Paese asiatico.

QUANDO L’AEROPORTO PARLA MANDARINO. Segnaletica nel terminal in cinese, possibilità di pagare con carte Unionpay nei negozi dello scalo, menù digitale e acqua calda a disposizione in tutti i punti di ristorazione. Sono solo alcune delle caratteristiche che un aeroporto deve avere per ottenere la certificazione Welcome Chinese. Bollino ottenuto dal Marco Polo di Venezia, Fiumicino, il Marconi di Bologna e Malpensa. Tutti scali “friendly” per i turisti cinesi, alla pari di Parigi Cdg e San Pietroburgo Pulkovo.

 

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

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