Booking.com, operazione trasparenza:
«Commissioni chiare per le adv»

05 Dicembre 16:38 2016 Stampa questo articolo

Booking.com si fa più trasparente, almeno per le agenzie di viaggi, e con la nuova piattaforma assicura commisisoni chiare e assistenza h24. Parola di Andrea D’Amico, regional director per l’Italia che, dalla sala stampa di Bto 2016, ha raccontato le novità dell’azienda nel nostro Paese: messaggistica istantanea, sempre più mobile booking e la novità Experiences. L’intervista video è disponibile sulla pagina Facebook de L’Agenzia di Viaggi.

Quali sono i vantaggi della nuova piattaforma per le agenzie di viaggi?
«La nuova versione della piattaforma nasce da una esigenza di rendere più semplice e intuitivo tutto il processo. Ora è più facile effettuare una prenotazione in agenzia, è disponibile l’intera offerta con oltre un milione di strutture in più di 100 Paesi. Una struttura di commissione molto chiara e competitiva e l’assistenza dedicata 24 ore al giorno, sette giorni su sette».

Parliamo di commissioni, cosa cambia?
«Ora il meccanismo è più chiaro e trasparente, con una commissione cha in media va dal 5 al 7% sul prezzo finale pagato dal cliente. Prima, invece, la percentuale si basava su una parte della commissione destinata direttamente a Booking. Abbiamo effettuato una operazione di scorporo che semplifica il lavoro delle adv e mette subito in risalto il corrispettivo a loro destinato».

Come va il mercato in Italia?
«Nell’ultimo anno abbiamo registrato oltre 7 milioni di prenotazioni di stranieri vero l’Italia, un numero enorme, ma il dato interessante è la crescita del turismo domestico. Nel 2016 abbiamo registrato un aumento delle prenotazioni, è un fenomeno nuovo che vede il turista che ha prenotato un hotel per il suo citi break a Parigi, comportarsi nella stessa maniera per un fine settimana in Puglia».

Qual è la grande novità di Booking Experiences?

«È un progetto che è ancora nella sua fase iniziale e stiamo sperimentando sia sulle destinazioni che sui prodotti, ma sta riscuotendo già un buon successo. Experiences è stato lanciato per la città di Amsterdam, grazie agli accordi stipulati con con alcuni musei per poi estendersi alle maggiori capitali europee, Roma compresa. L’idea alla base è quella che chi prenota su Booking.com possa accedere a un pacchetto di attività e servizi da acquistare prima o durante il viaggio ed essere assistito sulla scelta e sulle opzioni».

Quindi un modello costruito su misura per il mobile?
«Il mobile è il presente, non più il futuro. I nostri investimenti si concentrano in gran parte su questo settore perché solo quest’anno le prenotazioni globali da smartphone hanno raggiunto il 40%, l’anno prossimo supereranno il 50%».

Con Pulse avete  avvicinato ospite e hotel?

«Il servizio messenger integrato sulla app Pulse, disponibile per Android e iOS, rivoluziona le comunicazioni tra hotel e cliente e permette alla struttura di gestire meglio tutti processi di prenotazione. È un plus per le strutture medio-piccole. Inoltre, è pensato come uno strumento che aiuta a diminuire il tasso di cancellazione: poter comunicare direttamente con il cliente già in fase di prenotazione o una settimana prima crea già un legame e “scoraggia” il cambio di struttura».

Parity rate nel settore ospitalità. Federalberghi non perde occasione per attaccarvi. Cosa rispondi?
«Penso che la parity rate vada a vantaggio del consumatore perché ha sempre la garanzia di avere accesso alla tariffa migliore, qualunque sia il canale di prenotazione che sceglie. Va anche a vantaggio dei nostri hotel partner, perché si propongono a una audience mondiale con una politica tariffaria coerente. Non essere competitivi su Booking avrebbe un impatto negativo sulle prenotazioni non solo fatte attraverso il nostro portale, ma anche su quelle da canale diretto».

E se la norma sulla parity rate dovesse scomparire?

«Semplicemente continueremo a fare quello che facciamo oggi, inclusa la garanzia del Best Price Guaranteed che è già prevista nei nostri contratti».

Dalla Oracle Main Hall del Bto 2016, infine, è Peter Verhoeven, direttore generale Emea della società della galassia Priceline, a rafforzare la tesi di D’Amico. Il suo intervento si è focalizzato sul futuro di Booking.com, senza tralasciare i temi d’attualità. Pungolato da alcuni albergatori sul tema delle cancellazioni, Veroheven risponde serafico: «Il nostro modello di business non prevede che gli hotel abbiano una prenotazione prepagata, altrimenti i nostri partner perderebbero il 90% del booking attuale. Il turista vuole la libertà di decidere e un mondo senza possibilità di cancellazione è un mondo senza business».

Nella sua presentazione, Verhoeven ha sottolineato gli sviluppi futuri di Booking.com: «Crescita geografica in Asia, Medio Oriente e Africa, più offerta nei segmenti con particolare attenzione al business travel, più investimenti su mobile e sul sistema di messaggistica live tra hotel e clienti». Sottovoce e senza dare troppo risalto, il manager rilancia le “novità” di un futuro ancora lontano: sviluppo dell’intelligenza artificiale e booking vocale.

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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