Rischi sicurezza aerea nel nuovo Codice di navigazione

16 Novembre 10:13 2017 Stampa questo articolo

Nuvole sulla sicurezza aerea. Lo stallo che si sta verificando per la modifica del Codice della navigazione rischia di penalizzare il sistema Italia. In una nota congiunta diffusa da Enac e Assaeroporti si ricorda che “l’intero settore aeroportuale e l’Enac hanno condiviso da oltre due anni una modifica del Codice idonea a uniformare la normativa nazionale ai contenuti del regolamento Ce 216/2008 e del correlato Regolamento Ue 139/2014 in termini di sicurezza operativa aeroportuale (safety). Il testo condiviso, presentato all’inizio del mese dal capogruppo del Partito democratico presso la Commissione Bilancio del Senato come emendamento da inserire nel decreto legge fiscale, è stato stravolto con una nuova formula in palese contrasto con i princìpi sanciti dai regolamenti europei”.

“La nuova riformulazione – prosegue la nota – era inaccettabile ed è stata infatti respinta in quanto rischiava di diminuire i livelli di sicurezza operativa  portando la safety aeroportuale indietro di decenni. Altrettanto inaccettabile sarebbe tuttavia non operare alcuna modifica all’attuale versione del Codice della navigazione”.

Sempre secondo Enac e Assaeroporti «è indispensabile attribuire al gestore aeroportuale le giuste leve normative per coordinare tutti i soggetti che operano sullo scalo, mantenendo il più elevato grado di sicurezza operativa per gli operatori e per i passeggeri, approccio che, come si è evidenziato, è già in essere presso un elevato numero di scali europei. Non è assolutamente possibile dissolvere lo sforzo che l’intero settore aeroportuale italiano, in raccordo con l’Enac, con il ministero delle Infrastrutture e con il governo, ha messo in atto per allineare la normativa nazionale alle responsabilità derivanti dalla corretta attuazione dei regolamenti comunitari. D’altra parte, l’aumento dei livelli di sicurezza del trasporto aereo passa anche attraverso il rafforzamento delle risorse di cui può disporre l’ente nazionale dell’aviazione civile”.

A causa della mancata sostituzione dei dirigenti, dei funzionari e dei tecnici andati in pensione, l’attuale numero dei dipendenti Enac è drasticamente ridotto, sia in sede centrale sia nelle direzioni periferiche, in delicati ambiti che riguardano la regolazione del settore, la certificazione, la sorveglianza degli aeroporti e non solo.

Da qui la preoccupazione dello stesso Enac  e di Assaeroporti sul rischio che l’Italia rimanga indietro rispetto all’Ue,  in una riforma così importante che serve, soprattutto, a garantire la sicurezza dei passeggeri.

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Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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