Armenia, storia e leggenda all’ombra del monte Ararat

14 Giugno 14:11 2017 Stampa questo articolo

C’era una volta Haik, discendente di Noè e padre di tutti gli armeni. La leggenda narra che si stabilì ai piedi del monte Ararat, partì per assistere alla costruzione della Torre di Babele e, ritornato, sconfisse il re assiro Nimrod sul lago di Van, nell’attuale Turchia. È per questo che l’Armenia, prima di assumere il nome attuale, si chiamava Hayastan, traducibile come “la terra di Haik”.

Siamo nel Caucaso meridionale, nel territorio dell’ex Urss. E nonostante questo Paese non abbia alcuno sbocco sul mare, il fascino è quello del porto, dell’approdo, della terra di frontiera. Yerevan, la sua capitale, è una delle città più antiche del mondo, essendo stata fondata dal re urartelo Argishti I nel 782 a.C, mentre l’Armenia è stata la prima nazione al mondo ad adottare il cristianesimo come religione di Stato (nel 301 d.C.). Qui giardini e fontane – se ne contano decine – tutte le sere offrono spettacoli son et lumière, (acqua e luci danzanti al suono della musica); tra cui, quasi immancabilmente, il “Va pensiero” di Giuseppe Verdi.

Una passeggiata attraverso la zona pedonale porta, superato il teatro dell’Opera e del Balletto, alla fine di un giardino in cui si trovano numerose opere d’arte, tra cui tre sculture di Botero, alla Cascade, una lunga scalinata la cui salita è facilitata da una scala mobile affiancata da opere d’arte moderna e contemporanea. Dalla spianata in alto si può ammirare il panorama sulla città e, se si è fortunati, si riesce a vedere il monte Ararat, simbolo del Paese, oggi in territorio turco. Altri punti panoramici, quelli che si godono dal piazzale dedicato alla Madre Armenia e dal Monumento del genocidio armeno.

Nei dintorni di Yerevan, con lo sfondo suggestivo del monte Ararat, si può visitare quel che resta del Tempio Zvartnots, risalente al VII secolo (ma le rovine sono rimaste sepolte fino al ‘900) e la Cattedrale di Echmaidzin, cioè il corrispettivo del Vaticano per la Chiesa apostolica armena, entrambi monumenti Patrimonio dell’Umanità Unesco.

A un paio d’ore di macchina dalla capitale, vicino al confine turco, si trova il monastero di Khor Virap, che nel 2016 è stato visitato da Papa Francesco, e dove – così narra la leggenda – San Gregorio è stato tenuto prigioniero per 12 anni in un pozzo profondo (khor virap): oggi la prigione del santo si può visitare solo scendendo un’impervia scala di metallo. Nelle vicinanze, il complesso monastico di Noravank, grande centro religioso e culturale del XII secolo, è stato restaurato negli anni ‘90 e vanta una particolarità: l’edificio principale, dedicato alla madre di Dio, ha il vestibolo (gavit) al piano terra, mentre la chiesa vera e propria si trova al primo piano, e si raggiunge solo salendo una strettissima scaletta in pietra.

Sempre nei dintorni di Yerevan, è possibile visitare anche il tempio di Garni, risalente al I secolo d.C. e dedicato al dio sole Mitra. Nelle vicinanze, visitabili solo su richiesta, le terme romane. C’è anche il monastero di Geghard (monumento Unesco), situato in un canyon profondo e quasi interamente scavato nella roccia. Al suo interno sgorga una sorgente considerata sacra dagli armeni, che vi si recano in pellegrinaggio per raccoglierne l’acqua.

Più a nord, il lago Sevan e il monastero di Sevanavank, che sorge su quella che in origine era un’isola nel lago, ma lo sfruttamento delle acque ne ha abbassato il livello, trasformandola in penisola. Il lago si trova a 1.900 metri di altezza e il monastero è in cima a una scalinata di circa 230 gradini che vanno affrontati con la cautela, se non altro per il brusco aumento di quota; ma il panorama è imperdibile.

Al Royal Tulip con UIA e Armenia Holidays
Il Royal Tulip Grand Hotel Yerevan, nella capitale armena, è la struttura che ha ospitato i partecipanti al fam trip organizzato da Ukraine International Airlines (UIA), in collaborazione con Armenia Holidays. Un viaggio per scoprire le bellezze di Yerevan, raggiungibile via Kiev in coincidenza da Roma, Milano, Venezia, e dei principali monasteri del territorio. Ad accompagnare il gruppo, per conto della compagnia aerea rappresentata da Distal & Itr Group, il sales manager per l’Italia Fabrizio Forno.

Ukraine International Airlines per arrivare a Yerevan
Fondata venticinque anni fa, nel 1992, la compagnia aerea Ukraine International Airlines (UIA) – rappresentata in Italia da Distal & Itr Group – opera attualmente con una moderna flotta di 39 aerei di linea, tra cui Boeing 737, Boeing 767 e Embraer 190. E dal Kiev Boryspil International Airport, base principale del vettore, collega con un fitto network di voli la capitale dell’Ucraina alle principali città in Europa e nel continente asiatico, inclusa l’Italia, con voli diretti da Roma, Milano e Venezia. Inoltre, grazie agli accordi siglati con le più importanti compagnie internazionali, amplia costantemente la propria rete di collegamenti.

Dal suo hub di Kiev vola, tra l’altro, nella capitale armena Yerevan, che grazie ai suoi collegamenti è facilmente raggiungibile dal nostro Paese. Nel complesso oggi Ukraine International Airlines effettua oltre un migliaio di voli nazionali e internazionali a settimana verso più di 3 mila destinazioni, e offre comodi collegamenti in tutto il mondo a tariffe competitive.

Per i passeggeri più fedeli c’è il Frequent Flyer Programme “Panorama Club” che offre numerosi vantaggi, tra cui il limite di peso per il bagaglio a mano di 12 chilogrammi invece dei classici sette.

Ukraine International Airlines è stata la prima compagnia dei Paesi Csi a ottenere il riconoscimento della certificazione Iata, e partecipa regolarmente con successo all’Operational Safety Audit dell’associazione internazionale delle compagnie aeree.

L'Autore

Massimo Tallarigo
Massimo Tallarigo

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