Da Uber alle agenzie di viaggi: gli hacker all’attacco del turismo

27 Luglio 07:00 2018 Stampa questo articolo

Hacker all’attacco anche nel turismo: secondo il rapporto della compagnia assicurativa americana Hsb Insurance, il 53% delle imprese negli States ha subito almeno un attacco informatico negli ultimi dodici mesi e il segmento del turismo organizzato risulta uno dei più colpiti perché tra i più vulnerabili e al tempo stesso tra i più ricchi di dati personali.

L’allarme è stato lanciato dal media specializzato Travel Weekly che riporta alcuni esempi emblematici: oltre 1200 alberghi della Intercontinental sono stati vittime di attacchi sistematici, il Gruppo Hyatt ha rivelato che i suoi sistemi di pagamento sono stati violati in oltre 40 suoi alberghi nel mondo e la Sabre ha segnalato di essere stata vittima di attacco informatico su uno dei suoi sistemi di prenotazione. Ma l’esempio più clamoroso, che molti ancora oggi ricordano, è l’ammissione di Uber di aver subito il furto di dati di oltre 57 milioni di suoi clienti.

E secondo la Akamai Technologies, specializzata in sistemi di protezione informatica, proprio le agenzie di viaggi e gli alberghi risultano essere gli ambiti maggiormente presi di mira perché custodiscono quantità e qualità di credenziali personali molto appetibili. Un fenomeno non certo marginale che viene confermato anche dal dato più recente reso noto dalla Global Payments Insight e condotto da Aci Worldwide ha rivelato che il settore dell’ospitalità risulta essere il comparto più colpito dagli hacker con il 29% di attacchi negli ultimi due anni.

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