Albania, l’amica della porta accanto

02 Aprile 16:00 2017 Stampa questo articolo

«L’Albania? È un successo garantito». Kurt Felsberger, origini austriache e cuore italiano, lo ripete appena mettiamo piede a Tirana. Parto con in testa le immagini dei gommoni anni Novanta e una vocina che ripete “ma che ci vai a fare lì”. Mi accorgo subito di essermi sbagliata.

La prima cosa che colpisce nel Paese delle Aquile sono i sorrisi: tanti, improvvisi, caldi. Te li ritrovi ovunque, nella hall di un albergo, alla biglietteria di un museo, a tavola mentre aspetti il raki (la grappa nazionale), quasi sempre accompagnati da un perfetto italiano. Sorride spesso anche la guida, Laura, donna speciale, innamorata della sua terra. Su di lei, così come sui paesaggi, le spiagge e i siti archeologici dell’Albania, ha scommesso 28 anni fa Kurt, titolare di Melissa Viaggi, che insieme al t.o. Estland, specializzato nell’Est Europa, ha deciso di sdoganare le bellezze nascoste in quei 28.748 kmq nei Balcani.

«Non ci siamo fermati neppure durante la guerra in Kosovo – racconta – Abbiamo sempre creduto nelle potenzialità dell’Albania, così vicina all’Italia».
E in effetti, fin da subito, ti rendi conto che, soprattutto in un itinerario alla scoperta di siti Unesco, città-museo e chiese bizantine, il valore aggiunto sono proprio l’esperienza e gli ottimi rapporti locali del t.o. «Alcune strutture le abbiamo viste crescere e cambiare negli anni», dice ancora Kurt.

E non sempre in meglio, immagino, mentre lo vedo scuotere la testa davanti ai palazzoni da 12 piani ammassati sulle calette di Saranda. «Qui prima c’era solo una distesa di limoni», ricorda. Ma basta allontanarsi un po’ dalla Rimini dell’Albania, per ritrovarsi in una vera oasi di pace, natura e cultura. Poco lontano c’è Ksamil, piccola cittadina a soli 9 km da Corfù, e lo splendido parco archeologico di Butrint, patrimonio Unesco. Secondo la mitologia classica, la città fu fondata dagli esuli che avevano abbandonato Troia e oggi conserva resti della cultura ellenistica, dei monumenti romani e una fortezza ottomana, oltre a 800 specie vegetali, di cui 12 rare.

Ed è un piacere ascoltare leggende e anedotti tra le stradine di Berat, la città bianca Patrimonio Unesco con il museo di Onufri, il più importante pittore di icone dell’Albania, famoso per il suo “rosso” realizzato con un pigmento ancora oggi segreto, o nei saliscendi dell’antica Girokastra, che diede i natali al dittatore Enver Hoxha, oggi famosa soprattutto per i tipici tetti in pietra. Arriviamo prima del tramonto alla riserva naturale di Syri di Kalter, l’Occhio Blu, creato da una sorgente, e al castello di Alì Pasha, nella baia di Porto Palermo, dove il militare albanese teneva a bada prigionieri e concubine.

Dopo Apollonia, parco archeologico con tanto di agorà, anfiteatro e il museo che conserva uno scudo illirico ricostruito mettendo insieme oltre 2.800 pezzi, si arriva a Tirana, capitale in continua evoluzione. Qui sosta al quartiere di Billoku, una volta zona proibita dove abitavano solo i funzionari comunisti e oggi zeppa di locali e giovani, e in piazza Skanderbeg, eroe nazionale. È dedicato a lui il museo della medievale Kruja. Ad accoglierci c’è il direttore della galleria: «Qui gli italiani sono sempre i benvenuti». Anche per questo: grazie, Albania.

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Estland, quando il t.o. è una garanzia
«Abbiamo puntato sull’Albania quasi trent’anni fa. L’abbiamo vista crescere, cambiare negli anni, vivendo i suoi alti e bassi politici ed economici. E non abbiamo mai smesso di restare affascinati da questo Paese». Ezio Biagioli, titolare di Estland, operatore romano che dal 1982 si occupa di far viaggiare i turisti italiani verso l’Est Europa, è stato un pionere nel Paese delle Aquile.

Ancora oggi il catalogo monografico del t.o. offre itinerari archelogici alla scoperta di monumenti e chiese bizantine, escursioni a piedi o uscite di rafting tra i canyon di Osumi, dove le pareti di roccia rossa raggiungono i 150 metri, ma anche soggiorni mare nelle principali località turistiche che si affacciano sui 500 chilometri di costa.

«Esperienza e ottima conoscenza del prodotto sono alla base del nostro lavoro – continua Biagioli – Possiamo vantare solidi rapporti locali con partner affidabili, sia per i trasporti, che per le strutture ricettive. Conoscendo molto bene il mercato turistico albanese garantiamo tour che non siano “mordi e fuggi”, che soddisfino le necessità dei clienti italiani e allo stesso tempo consentano di entrare in contatto con le tradizioni e la cultura della popolazione locale».

Ogni scelta dunque, dal ristorante all’albergo, è curata nei minimi dettagli. «Anche le visite – assicura Biagioli – sono studiate considerando le reali distanze tra una località e l’altra». Perché, ripete, «per me il turismo è soprattutto cultura, conoscenza dei popoli. Solo così si possono superare paure e diffidenze».

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Serena Martucci
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